mercoledì 30 luglio 2008

Epilogo giudiziario per il delitto di Cogne


Il fatto:
Il 30 gennaio 2002, il piccolo Samuele Lorenzi viene assassinato con 14 colpi alla testa.

Il caso si presenta subito molto complesso data l'assenza di prove certe.

I dati inoppugnabili dell'inchiesta comunque sono cinque:

1) l'omicidio del piccolo Samuele;

2) la camera da letto dei coniugi Lorenzi come luogo del delitto;

3) al momento dell'aggressione samuele era sveglio;

4) il corpo del bambino ritrovato da Annamaria Franzoni;

5) la visita, a seguito della chiamata telefonica della Franzoni, la mattina dell'omicidio di una vicina di casa, tale Daniela Ferrod .

Iter giudiziario:
31 gennaio 2002 - La prima sospettata, Annamaria Franzoni, viene interrogata dal pm Stefania Cugge per tre ore. Le tredici persone che entrarono in quella casa a Montroz nel momento successivo alla scoperta del delitto saranno sentite come testi nell'arco di un mese
14 marzo 2002 -Annamaria Franzoni viene arrestata. Il Gip di Aosta, Fabrizio Gandini, rileva come dalle indagini svolte dai Pm di Aosta e dai carabinieri di Cogne e del Ris di Parma emerga un quadro indiziario a carico della madre del bambino.
30 marzo 2002 - I giudici del tribunale del riesame di Torino restituiscono la libertà alla Franzoni accogliendo il ricorso dell'avvocato Carlo Federico Grosso. L'avvocato della difesa avvalendosi della consulenza medico-legale del professor Carlo Torre, uno dei più noti medici legali italiani, aveva contestato l'accusa. Secondo i giudici torinesi solo una piccola parte degli esiti delle indagini preliminari avrebbe una effettiva valenza indiziaria.
10 giugno 2002 - I giudici della prima sezione penale della Cassazione annullano l'ordinanza del Tribunale del riesame di Torino accogliendo il ricorso presentato dalla Procura di Aosta. Gli atti del processo vengono rinviati allo stesso Tribunale di Torino per un nuovo esame della vicenda.
25 giugno 2002 - L'avvocato Carlo Federico Grosso lascia la difesa di Anna Maria Franzoni in seguito alla decisione della famiglia Lorenzi di nominare anche il professor Carlo Taormina come secondo difensore.

19 settembre 2002 - Il Tribunale del riesame di Torino "ripristina" l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Carlo Taormina ricorre in Cassazione e ottiene che Annamaria Franzoni rimanga libera.
27 gennaio 2003 - Anna Maria Franzoni diventa di nuovo mamma.
31 gennaio 2003 - La quinta sezione penale della Cassazione annulla con rinvio, limitatamente alle esigenze cautelari la seconda ordinanza del Tribunale del riesame. Secondo la Corte suprema i gravi indizi di colpevolezza a carico della donna, ma non sono adeguatamente motivate le esigenze cautelari.

10 febbraio 2003 - Il gip di Aosta Fabrizio Gandini revoca il provvedimento di cattura, ritenendo superate le esigenze cautelari, e ''solleva'' cosi' il Tribunale del riesame di Torino dall' onere di occuparsi per la terza volta della vicenda .

3 luglio 2003 - La Procura di Aosta chiede il rinvio a giudizio di Annamaria Franzoni. Si concludono così le indagini preliminari. L'imputata è accusata di omicidio volontario aggravato.

16 settembre 2003 - L'udienza preliminare è affidata al giudice Eugenio Gramola, il quale dispone una serie di superperizie, la più importante delle quali sulle tracce ematiche rilevate sul pigiama di Anna Maria Franzoni. La perizia è stata fortemente voluta dall'avvocato Taormina. All'udienza preliminare si presenta solo Stefano Lorenzi, marito della Franzoni .
23 aprile 2004 - Si conclude la perizia del professor Herman Schmitter di Francoforte. L'esperto conferma la consulenza tecnica dei carabinieri del Ris di Parma. Dalle analisi emerge che l'assassino del piccolo Samuele indossava il pigiama azzurro di Annamaria Franzoni.
19 luglio 2004 - Il giudice per le udienze preliminari Eugenio Gramola accoglie le richieste dell'accusa e condanna Anna Maria Franzoni a trent'anni di carcere. Il Gup pronuncia la sentenza di primo grado con rito abbreviato, come chiesto dalla difesa .
30 luglio 2004 -Parte l’inchiesta chiamata Cogne bis. L’avvocato Taormina fa arrivare alla Procura generale di Torino la controperizia con nuove prove scientifiche che proverebbero la presenza di un’altra persona nella villetta: il vero assassino di Samuele secondo la difesa. L’esposto-denuncia è firmato da Annamaria Franzoni e dal marito Stefano Lorenzi. Secondo i periti della difesa le macchie sul pavimento del garage e un'impronta digitale sulla porta della villa svelerebbero l'identità del vero assassino. a parte lesa è Ulisse Guichardaz guardaparco di Cogne, accusato dalla Franzoni di essere l'assassino del piccolo Samuele. La nuova inchiesta viene affidata ai pm Annamaria Loreto e Giuseppe Ferrando, coordinati dal procuratore capo Marcello Maddalena. Torino invia gli atti per competenza ad Aosta.
31 ottobre 2004 - Il gip Piergiorgio Gosso incarica sette periti, tra cui due esperti americani dell'Fbi, Richard Vorder Bruegge e Brendan Shea di una nuova perizie.
2 novembre 2004 -Carlo Taormina è indagato dalla Procura di Torino per le ipotesi di reato di calunnia e frode processuale. Sono indagati anche i coniugi Lorenzi, i consulenti della difesa Enrico Manfredi e Claudia Sferra e l'investigatore privato Giuseppe Gelsomino. L'obiettivo dei magistrati è chiedere una superperizia per dare una configurazione temporale alle impronte e alla tracce all'interno della villetta di Cogne e definire se sia stata compiuta una frode processuale da parte dei consulenti della difesa di Annamaria Franzoni .
3 novembre 2004 - L'avvocato Taormina presenta a Roma i motivi di appello contro la sentenza del Gup di Aosta Eugenio Gramola. "Abbiamo incentrato l'impugnazione - ha detto il penalista - sui dieci punti indicati dalla procura di Aosta, otto dei quali definiti non indizi dallo stesso gip, con particolare riferimento ai due elementi che, secondo l'accusa, dimostrerebbero la responsabilità della Franzoni: il pigiama e gli zoccoli. I periti della Difesa-Taormina, finiti nel registro degli indagati, querelano i periti della Procura di Aosta per calunnia.
24 dicembre 2004 - La procura di Torino, che ha ricevuto il rapporto della polizia scientifica di Roma, accerta che le impronte trovate nel luglio scorso nella villetta di Cogne appartengono a uno dei quattro consulenti svizzeri della difesa di Anna Maria Franzoni.
31 aprile 2005 - Si conclude l'udienza su incidente probatorio per l'inchiesta Cogne-bis, con la nomina di 28 periti, di cui 7 per il giudice e gli altri tutti di parte.
21 settembre 2005 - I periti nominati dal gip di Torino accertano che le macchie trovate nel garage della villetta non sono di sangue .
26 settembre 2005 - La Franzoni annuncia di volere un processo aperto con i giornalisti e le telecamere
26 ottobre 2005 - Anna Maria Franzoni in un'intervista a ''Gente'' dichiara: "Chi ha ucciso Samuele? Un voyeur o un feticista puo' essere entrato nella mia camera da letto, dove ha trovato mio figlio. Il resto, potete immaginarlo" .
15 giugno 2006 - Viene depositata una nuova perizia psichiatrica sulla Franzoni: per gli esperti la donna soffre di uno "stato crepuscolare di coscienza", che può portare a rimuovere alcuni eventi. In caso di condanna, se dovesse essere dichiarata seminferma di mente, godrebbe di uno sconto di pena.

20 novembre 2006 - Durante l'udienza del processo d'appello l'avvocato Taormina rinuncia alla difesa per "una sommatoria di situazioni". Per Taormina gli inquirenti avrebbero anche voluto un accordo con la donna per chiudere il processo con una perizia sulla seminfermità. Viene nominato l'avvocato d'ufficio Paola Savio.
13 dicembre 2006 - Taormina chiede alla Cassazione di trasferire il processo a Milano a cuas del 'clima sfavorevole' e 'non sereno' delle udienze torinesi. Il 20 febbraio 2007 ci sarà una pronuncia negativa in tal senso.
6 febbraio 2007 - Annamaria Franzoni nomina di nuovo Taormina come difensore di fiducia.
4 marzo 2007 - Annamaria Franzoni nomina Paola Savio avvocato di fiducia e Taormina abbandona.
27 marzo 2007 - Nella requisitoria il pg Vittorio Corsi chiede di confermare la condanna di primo grado a 30 anni e chiede alla donna di 'pentirsi' e confessare annunciandole, in quel caso, un possibile sconto di pena. Il pg nel suo intervento parla scatto d'ira incontrollabile e individua l'arma in un oggetto (mestolo o padellino) in rame.
3 aprile 2007 - L'avvocato Paola Savio nell'arringa chiede l'assoluzione dopo un lungo e appassionato intervento e dopo aver avanzato l'ipotesi che l'assassino sia un estraneo. Arma del delitto sarebbe uno zoccolo in legno con suola in gomma e tomaia in gomma definito sabot dalla Savio. Per segnalare le possibili inimicizie tra i Lorenzi - Franzoni e i vicini Guichardaz Ferrod, l'avvocato Savio dice "ricordatevi di Erba".
20 aprile 2007 - Replica dell'accusa e prima parte dell'intervento di replica della difesa.
27 aprile 2007 - Annamaria Franzoni condannata a 16 anni di reclusione contro i 30 ai quali era stata condannata in primo grado
21 maggio 2008 È definitiva la condanna a sedici anni di reclusione per Anna Maria Franzoni, la mamma accusata di aver ucciso - a Cogne, il 30 gennaio 2002 - il figlioletto Samuele di due anni. La Prima sezione penale della Cassazione, dopo circa tre ore e mezzo di camera di consiglio, ha infatti confermato il verdetto emesso il 27 aprile 2004 dalla Corte di Assise di Appello di Torino. In questo modo la Suprema Corte ha accolto la richiesta fatta nella sua requisitoria dal magistrato più autorevole della Procura di Piazza Cavour, il sostituto procuratore generale Gianfranco Ciani. "Con umana pietà, ma con giuridica certezza" il Pg ha chiesto al collegio presieduto da Severo Chieffi di respingere il ricorso dei legali della Franzoni, Paolo Chicco e Carlo Federico Grosso. Secondo Ciani sono del tutto legittime le perizie che supportano la pronuncia di colpevolezza della Franzoni: il Pg non ha avuto nulla da eccepire sullo studio dei tracciati del sangue che, ha ricordato rispondendo alle obiezioni difensive, é un metodo usato in paesi "ad elevata democrazia giudiziaria" come Usa e Francia. Ciani ha difeso la perizia psichiatrica effettuata sulla Franzoni in appello sottolineando che "se l'imputata si è sottratta all'accertamento, non c'era altra via che valutare il suo comportamento sulla base del materiale disponibile: le interviste rilasciate dall'imputata, i test fatti in primo grado e le intercettazioni". Il pg ha, inoltre, convalidato gli esiti della perizia medica condotti su Samuele che certificavano la morte del bimbo come avvenuta prima dell'arrivo dei soccorritori in elicottero. Infine Ciani non ha dato alcun peso al fatto che l'ex avvocato della Franzoni, Carlo Taormina, avesse continuato a difenderla pur essendo coin-dagato con lei per frode processuale e avendo parlato negativamente della sua cliente al pm che aveva il fascicolo del ‘Cogne bis'. Per il Pg queste circostanze non hanno menomato il diritto alla difesa della mamma di Cogne dal momento che si tratta di elementi di un procedimento diverso da quello per l'omicidio volontario del piccolo Samuele. Vani sono stati dunque gli sforzi di Chicco e Grosso che avevano depositato un ricorso di 180 pagine e che hanno svolto, rispettivamente, arringhe di oltre un'ora e mezza. Senza successo i legali - subentrati alla difesa della Franzoni dopo la rottura con Taormina che in primo grado aveva portato a una condanna a 30 anni - hanno battuto il tasto sulla mancanza di un metodo a monte che certificasse l'utilizzo dello studio dei tracciati del sangue sulla scena del delitto (bloodstrain pattern analysis). Per Grosso il verdetto di appello è "carente di motivazione e connotato da contraddizioni: poggia sulle sabbie mobili e le prove scientifiche non reggono ad una analisi". Chicco ha puntato l'indice sul "diritto alla difesa della Franzoni, pesantemente calpestato durante tutto il processo d'appello". In aula è venuta anche la giovane avvocatessa Paola Savio, il difensore d'ufficio della Franzoni che subentrò a Taormina quando lui abbandonò il processo. Con il suo contributo, la mamma di Cogne aveva ottenuto la concessione delle attenuanti per lo stato di sofferenza mentale. Da non confondersi con l'incapacità di intendere e volere e con la seminfermità mentale: la Franzoni, questo ha rilevato il Pg Ciani, soffriva solo di depressione e ansia. Nulla di più, altrimenti non sarebbe stata in grado di "mettere in atto tutti gli accorgimenti usati per allontanare i sospetti da lei nell'immediatezza del delitto". Già nella serata di ieri la magistratura di Torino ha firmato l'ordine di cattura.
29-07-2008 La Suprema Corte statuisce che Annamaria Franzoni uccise con "razionale lucidità" il figlio Samuele, di 3 anni e 2 mesi, la mattina del 30 gennaio del 2002, nella casa di Cogne. In lei non vi era alcun "vizio di mente" ma una grande "preoccupazione nutrita per la salute di Samuele". Nelle 54 pagine di motivazione si spiega inoltre il perché, lo scorso 21 maggio, è stato respinto il ricorso di Annamaria Franzoni, chiudendo così definitivamente il sipario sul delitto del figlio Samuele. I giudici hanno confermato la condanna a sedici anni di reclusione nei confronti della donna.


Si riporta la massima della Cassazione penale del 29-07-2008 n. 31456


Omicidio – figlio – responsabilità madre – Cogne – sussistenza (art. 533 c.p.p.)
Cogne: una volta dimostrata l'assoluta implausibilità dell'ingresso di un estraneo nell'abitazione dove si è verificato l’omicidio, ed una volta esclusa la responsabilità degli altri membri della famiglia, l’unica possibile responsabile resta la madre (A. Franzoni).
Circa il modo di intendere il precetto secondo cui "il giudice pronuncia la sentenza di condanna se l'imputato risulta colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio", va precisato che impone di pronunciare condanna quando il dato probatorio acquisito lascia fuori solo eventualità remote, pur astrattamente formulabili e prospettabili come possibili, ma la cui concreta realizzazione nella fattispecie concreta non trova il benché minimo riscontro nelle emergenze processuali, ponendosi al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della normale razionalità umana.
I disturbi d'ansia con fenomeni di conversione somatica e caratterizzate da componenti isteriche, non rientrano, in quanto tali, nel novero dei soggetti classificabili come affetti da vizio di mente.

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