venerdì 25 settembre 2009

Omicidio Romagnoli: 16 anni e 4 mesi per il lucerino Ricciardi


Si è concluso dopo circa un anno e mezzo il processo di primo grado con il rito abbreviato a carico di Franco Ricciardi - accusato dell’omicidio di Assunta Romagnolo avvenuto la sera del 30 gennaio 2008 davanti alla chiesa di San Giacomo di Lucera - e di suo padre Nicola, in un primo momento ritenuto responsabile di aver istigato il figlio a commettere l’efferato delitto con un coltello da cucina lungo 19 centimetri. La sentenza è arrivata intorno alle 15, dopo un’ora di camera di consiglio del giudice del tribunale di Lucera Carlo Chiariaco che ha inflitto al 28enne lucerino la pena di 16 anni e 4 mesi di reclusione, di fatto accogliendo in pieno la tesi accusatoria del pubblico ministero Pasquale De Luca che aveva chiesto 16 anni e 6 mesi, con la sola aggravante dei motivi abietti. Per il padre, invece, è arrivata l’assoluzione per il reato di istigazione, ma gli è stato riconosciuto quello di concorso in omicidio e una pena di un anno di libertà vigilata, ottenuta grazie alla sua condizione di incensurato. Il suo legale Aurelio Follieri aveva chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”, attribuendo a una lunga serie di precedenti liti tra le famiglie abitanti la palazzina di Via Alfio Lepore una sorta di prologo dell’omicidio stesso, contesto peraltro confermato dallo stesso pubblico ministero che ha parlato di una “situazione esplosiva” nel condominio da cui sono partite querele incrociate tra i Ricciardi e una terza famiglia, con il successivo coinvolgimento dei Carrivale-Romagnolo. Tre invece sono gli anni di libertà vigilata assegnati a Franco Ricciardi in coda alla pena detentiva.
L’udienza di oggi in realtà è stata una vera e propria battaglia a colpi di termini e patologie psichiatriche tra accusa, difesa e parte civile, con le perizie del professor Felice Carabellese, docente di Psichiatria, Criminologia Clinica e Psicopatologia Forense dell’Università di Bari, che sono state il terreno di scontro tra le parti. L’esperto barese, infatti, è stato chiamato per ben due volte a esprimersi sulle condizioni mentali di Franco Ricciardi, emettendo una prima diagnosi che parlava di disturbi oligofrenici (insufficienza mentale) tale comunque da non pregiudicarne la sua imputabilità nel processo. In un secondo momento ha confermato la sua trattazione con l’aggiunta della presenza di un “tema delirante persecutorio associato a dei tratti di antisocialità”. Due altri psichiatri, che avevano visitato Ricciardi nella struttura detentiva di Taranto, dove è attualmente carcerato, avevano invece descritto una situazione mentale molto più grave. Da qui la richiesta dell’avvocato difensore Luigi Follieri di una nuova perizia collegiale, rigettata dal giudice, con il riconoscimento della incapacità di intendere e di volere e della semi infermità mentale.
Come sempre presente in aula al grande completo la famiglia Romagnolo, alla quale è stata riconosciuta anche una provvisionale di 250 mila euro, e che si è detta soddisfatta dell’esito del primo grado di giudizio. “La sentenza di oggi rappresenta il massimo di quanto potevamo ottenere in questo momento – ha commentato il legale di parte civile Giacomo Grasso – e siamo anche contenti perché il giudice ha riconosciuto le nostre tesi, non dando credito ai comportamenti del principale imputato che per noi restano delle simulazioni”. (Luceraweb)
- - - - ]]>